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L’anziano allettato: le sfide della terza età

L’anziano allettato: le sfide della terza età

L’anziano allettato è una figura che rappresenta una delle sfide più complesse e delicate nell’ambito della terza età. La necessità di assistenza e cure costanti porta spesso alla presenza di un badante che si prende cura dell’anzianino. In questo articolo, esploreremo le patologie più comuni che colpiscono gli anziani e le implicazioni che queste malattie hanno sulla loro qualità di vita.

Patologie della terza età:

  1. Demenza: Una delle patologie più diffuse tra gli anziani è la demenza, che include l’Alzheimer e altre forme di declino cognitivo. Queste condizioni possono portare alla perdita di memoria, alla confusione mentale e alla difficoltà nel compiere le attività quotidiane. È fondamentale fornire un ambiente sicuro e confortevole per l’anziano allettato che soffre di demenza, garantendo un’assistenza adeguata e un sostegno emotivo.
  2. Malattie cardiovascolari: Le malattie cardiache sono un problema comune tra gli anziani e possono essere particolarmente debilitanti per chi è allettato. L’anziano può manifestare sintomi come l’affaticamento, l’insufficienza cardiaca e l’ipertensione. Una corretta gestione dei farmaci e uno stile di vita salutare possono contribuire a migliorare la qualità della vita dell’anziano affetto da patologie cardiovascolari.
  3. Malattie respiratorie: Le patologie respiratorie, come la bronchite cronica e la fibrosi polmonare, sono spesso associate all’invecchiamento. Queste condizioni possono causare difficoltà respiratorie, tosse persistente e affaticamento. Gli anziani allettati con problemi respiratori richiedono un’attenzione particolare per prevenire le complicanze e garantire una corretta gestione delle terapie.
  4. Malattie osteoarticolari: L’osteoporosi, l’artrite e altre malattie osteoarticolari sono comuni tra gli anziani e possono causare dolore, rigidità e ridotta mobilità. È essenziale fornire adeguate terapie farmacologiche e fisioterapiche per alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita dell’anziano allettato.

La figura del badante:

Il badante svolge un ruolo cruciale nell’assistenza all’anziano allettato. Oltre a fornire supporto fisico nelle attività quotidiane come la pulizia, l’igiene personale e l’alimentazione, il badante deve essere empatico e paziente. L’anziano allettato può vivere sentimenti di solitudine e tristezza, pertanto la presenza di un badante attento può contribuire a migliorare il suo benessere psicologico.

Conclusioni:

Le patologie della terza età rappresentano una sfida significativa per gli anziani allettati e per i loro badanti. È importante garantire una corretta gestione delle malattie, offrire supporto emotivo e creare un ambiente confortevole. La cura dell’anziano allettato richiede una pianificazione attenta e un approccio olistico che coinvolga professionisti sanitari, familiari e badanti. Offrire un’assistenza adeguata e compassionevole è essenziale per migliorare la qualità della vita dell’anziano e garantire il suo benessere complessivo.

Colf e badanti: Che differenza c’è? Assunzione, permesso e stipendio 2021

Colf e badanti: Che differenza c’è? Assunzione, permesso e stipendio 2021

Qual è la principale differenza tra Colf e badanti? Come avviene la loro assunzione, la richiesta del permesso di soggiorno? E quanto percepiscono? In questa guida cerchiamo di rispondere insieme a tutti questi interrogativi!

Che differenza c’è tra colf e badante?

Generalmente, è chiamata colf la lavoratrice che si occupa delle normali incombenze quotidiane che riguardano l’abitazione familiare (pulizia, commissioni, talvolta cucina…), mentre la badante è chi assiste una persona del nucleo familiare.

Non esiste un inquadramento specifico per la colf diverso da quello della badante, ma la categoria in cui inquadrarle dipende dalle specifiche mansioni e dall’esperienza.

Assunzione colf e badanti:

I colf e badanti rientrano nella categoria dei lavoratori domestici che prestano il loro servizio per il funzionamento della vita familiare.

La loro assunzione è strettamente regolarizzata il datore di lavoro deve attenersi alla procedura prevista dalla legge per non incorrere in pesanti sanzioni.

Il datore di lavoro ha la possibilità di assumere una persona già presente sul territorio italiano con un regolare permesso di soggiorno o fare una richiesta nominativa in occasione dell’emanazione del decreto flussi che stabilisce il numero massimo di assunzioni di lavoratori stranieri.

Se la richiesta viene accettata dallo Sportello Unico per l’Immigrazione convocherà il datore di lavoro per il rilascio del nulla osta di lavoro 

Il lavoratore straniero farà il suo ingresso entro sei mesi dal rilascio del nulla osta con un visto di ingresso per lavoro subordinato. 

Entro 8 giorni dall’arrivo in Italia deve recarsi in allo Sportello Unico per l’Immigrazione dove avverrà la firma del contratto e in seguito rilasciato il permesso di soggiorno per colf e badanti.

Dopo l’instaurazione del contratto, il datore deve comunicare all’INPS entro i tempi stabiliti l’instaurazione del rapporto di lavoro attraverso il canale telematico, intermediari o servizi di Contact center.

Da leggere:  Il gratuito patrocinio in Italia: Requisiti e limiti di reddito per il 2020

L’INPS apre una posizione assicurativa e invia al datore di lavoro gli avvisi di pagamento per il versamento dei contributi dovuti, in base alla paga oraria effettiva.

I versamenti effettuati all’INPS dal datore di lavoro consentono al lavoratore domestico italiano o straniero di accedere a una serie di prestazioni assicurative e pensionistiche come per esempio:

  • Assegno per il nucleo familiare;
  • Indennità di disoccupazione;
  • Indennità di maternità;
  • Indennità antitubercolari;
  • Rimborso per donazione sangue;
  • Rimborso per donazione midollo osseo;
  • Cure termali;
  • Assegno di invalidità;
  • Pensione di inabilità;
  • Pensione di anzianità;
  • pensione di vecchiaia;
  • Pensione ai superstiti o di reversibilità.

Lavoratore domestico extra comunitario residente in Italia:

Il datore di lavoro che intende assumere il lavoratore extracomunitario già presente sul territorio italiano deve accertarsi che quest’ultimo si un possesso di un permesso di soggiorno valido per lo svolgimento di attività lavorative.

Il permesso di soggiorno deve essere stato rilasciato per:

Attenzione:

Il titolare di un permesso di soggiorno per studio può lavorare solo part-time, con un orario di lavoro non superiore alle 20 ore settimanali, anche cumulabili, per 52 settimane. Non può superare il limite annuale di 1.040 ore.

Assumere una badante senza permesso di soggiorno:

L’assunzione di una colf o badante senza permesso di soggiorno e in nero comporta molti rischi:

  • Sanzioni amministrative con il pagamento di multe salatissime che possono arrivare a 12 mila euro;
  • Il datore di lavoro potrebbe essere costretto a versare di nuovo tutti gli stipendi in quanto non c’è nessuna traccia che siano stati regolarmente ed effettivamente pagati;
  • Chi assume una persona in nero senza regola commette un reato e può essere condannato da un minimo di 6 mesi a un massimo di 3 anni di reclusione.

Documenti per assunzione colf e badanti:

Sono richiesti i seguenti documenti per la richiesta di assunzione di colf e badanti:

  • Un documento di identità personale non scaduto (carta di identità, passaporto, patente o altro documento analogo);
  • Codice Fiscale, da comunicare all’INPS per il versamento dei contributi;
  • Documenti assicurativi e previdenziali (eventuale iscrizione all’INPS con altri datori di lavoro e relativo codice lavoratore);
  • Eventuali diplomi o attestazioni professionali specifici;
  • Eventuale attestazione di servizio;
  • Per i lavoratori minori o stranieri le documentazioni richieste dalla legge.
Da leggere:  Assenza per malattia lavoratori: ecco le ultime novità per il 2021

Permesso di soggiorno per colf e badanti scaduto: Rinnovo

Il rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro domestico deve essere effettuata entro 60 giorni dalla scadenza del permesso di soggiorno.

È necessario recarsi in qualsiasi ufficio postale e chiedere l’apposito kit: una busta con striscia gialla che contiene due moduli (modello 209, moduli 1 e 2).

Il kit è presente anche presso i patronati e i Comuni che forniscono questo servizio.

Permesso di soggiorno colf e badanti ore minime:

Nel momento in cui si effettua il rinnovo del permesso di soggiorno per colf e badanti ciò che valuta la questura, è che il richiedente abbia un lavoro che gli dia la possibilità di vivere dignitosamente, quindi il parametro che viene preso in considerazione è l’importo dell’assegno sociale.

Il reddito necessario per ottenere il rinnovo non deve essere inferiore all’importo dell’assegno sociale che varia di anno in anno.

Quali sono i redditi cumulabili per il rinnovo del permesso di soggiorno:

I redditi accettati per il rinnovo del permesso di soggiorno non si riferiscono solo ai redditi di lavoro dimostrabili attraverso le buste paga o la dichiarazione dei redditi.

Questo è possibile perché la legge italiana non definisce in modo univoco il concetto di reddito. Di conseguenza può essere tale concetto può essere interpretato in molti modi.

Possono costituire redditi cumulabili al fine del rinnovo del permesso di soggiorno finti di reddito come per esempio:

  • Indennità di mobilità;
  • Indennità di disoccupazione;
  • Mobilità in deroga;
  • Trattamento di fine rapporto;
  • Eventuali risparmi e arretrati.

Nel momento in cui la questura rifiuta il permesso di soggiorno sulla base di un reddito ritenuto insufficiente, occorre verificare se è possibile impugnare il rigetto dimostrando di essere in grado di provvedere al proprio sostentamento economico.

Documenti per rinnovare il permesso di soggiorno per colf e badanti:

I documenti necessari per il rinnovo del permesso di soggiorno sono:

  • Fotocopia del passaporto in corso di validità o di altro documento equivalente;
  • Copia del codice fiscale o tessera sanitaria plastica;
  • Fotocopia del permesso di soggiorno da rinnovare;
  • Documentazione relativa al reddito: CUD (per chi ne è in possesso) e bollettini Inps dei contributi pagati (almeno degli ultimi 4 trimestri);
  • Documentazione relativa all’alloggio (contratto d’affitto, dichiarazione di ospitalità o cessione di fabbricato);
  • Una dichiarazione del datore di lavoro che il rapporto di lavoro è ancora in corso.
Da leggere:  A quanto sarà l’aumento pensioni minime 2021!

Costi permesso di soggiorno per colf e badanti:

I costi per il permesso di soggiorno per colf e badanti sono:

  • Marca da bollo di 14,62 euro;
  • Bollettino postale di 27,50 euro per il rilascio del permesso di soggiorno in formato elettronico;
  • 30 euro per costi del servizio postale.

Poi in base alla durata del permesso di soggiorno:

  • 80 euro per i permessi di soggiorno di durata superiore a tre mesi e inferiore o pari a un anno;
  • 100 euro per i permessi di soggiorno di durata superiore a un anno e inferiore o pari a due anni;
  • 200 euro per il rilascio del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.

Stipendio colf e badanti 2021:

Permesso di soggiorno per colf e badanti – Fino al 31 dicembre 2021 le tabelle retributive di colf, badanti, baby sitter, giardinieri, cuochi e maggiordomi, equivalgono ai seguenti valori:

  • Livello A € 645,50 ;
  • Livello AS € 762,88;
  • Livello B € 821,56;
  • Livello BS € 880,24;
  • Livello C € 938,94;
  • Livello CS € 997,61;
  • Livello D € 1.173,65;
  • Livello DS € 1.232,33.

Cambia anche la paga oraria per le non conviventi che è la seguente:

  • Livello A € 4,69;
  • Livello AS € 5,53;
  • Livello B € 5,86;
  • Livello BS € 6,22;
  • Livello C € 6,57;
  • Livello CS € 6,93;
  • Livello D € 7,99;
  • Livello DS € 8,33.

Cos’è la patente di qualità per colf e badanti?

Permesso di soggiorno per colf e badanti – La patente di qualità è stabilita dalla norma 11766 di Uni. L’ente italiano di normazione che elabora e pubblica documenti normativi volontari in tutti i settori commerciali, industriali e del terziario.

Con la norma 11766 Uni, vuole rilasciare una certificazione a colf, badanti e baby sitter che ne attesti le competenze e porti a contrastare il sommerso.

Il lavoro nero è infatti una piaga del settore del lavoro domestico di colf e badanti, che tuttavia rappresenta una fetta importante dell’economia del Paese.

La norma tecnica, approvata lo scorso 12 dicembre, va a colmare un vuoto normativo e punta a far rientrare anche il lavoro di colf, badanti e baby sitter.

Questo negli standard europei in conformità al Quadro europeo delle qualifiche.

fonte: https://stranieriditalia.com/

Coronavirus e lavoro nero

Coronavirus e lavoro nero

Una delle conseguenze di questi difficili giorni di pandemia per Coronavirus, è l’aumento di contratti regolari per colf e badanti. Infatti, se da un lato molti contratti sono finiti per timore del contagio, dall’altra tantissimi sono stati registrati.

Molto probabilmente, in realtà, si tratta della messa in regola di contratti sommersi. Per andare a lavoro in tempi di Covid19, infatti, serve un’autocertificazione, che non può risultare valida per il lavoro nero. Nonostante tutto, il lavoro nero trova ancora spazio in questi giorni ma le conseguenze non le auguriamo a nessuno. Il datore di lavoro, oltre alle conseguenze penale più avanti descritte, si potrebbe trovare una vertenza da parte della badante.

Le conseguenze penali chi viola i recenti decreti del Governo, infatti, sono molto severe: si rischia una multa fino a 4000 euro, secondo il più recente provvedimento del CDM. Inoltre, non dimentichiamo mai che il lavoro nero può avere conseguenze gravi tanto per il lavoratore che per il datore di lavoro. Si sottovalutano sempre le conseguenze, prendendo tutto alla leggere, ma quando poi di percorrono certe strade, non si può più tornare indietro. Per questo motivo consigliamo ai nostri clienti di fare un contratto regolare.

D’altro canto, l’assistenza alle persone non autosufficienti è più che mai importante e, allo stesso tempo i lavoratori domestici sono esclusi dagli ammortizzatori sociali. Questo significa anche che, in caso si voglia sospendere temporaneamente un contratto si hanno due scelte: il congedo non retribuito oppure l’utilizzo di un periodo di ferie ordinarie.

Quello che rimane chiaro è che il ruolo della badante, specie in tempi di Coronavirus, è più che mai importante e che importantissimo è assumere con contratti regolari.

Troppi morti, pochi contratti alle badanti

Troppi morti, pochi contratti alle badanti

Non c’è stato il boom di assunzioni di lavoratori domestici durante il lockdown, quello che a livello nazionale nel mese di marzo ha determinato un aumento dei contratti pari al 58,5% rispetto al 2019. In provincia di provincia di Pesaro-Urbino le nuove assunzioni sono aumentate solo del 2 per cento dell’anno precedente. Un dato in controtendenza rispetto a quanto emerge dal secondo Rapporto annuale sul lavoro domestico 2020 dell’Osservatorio Domina (Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico). Nel nostro territorio, rispetto al dato nazionale, i contratti di lavoro per colf, badanti, baby-sitter hanno avuto un incremento modestissimo che tutt’al più ha compensato il dato fisiologico delle cessazioni.

“Dai dati che rileviamo nei nostri servizi – afferma la responsabile dei 15 centri di aiuto fiscale (Caf) della Cigl Pesaro-Urbino, Laura Aiudi, dove passa una larga fetta dei contratti di questi lavoratori –possiamo dire che il settore ha tenuto, ma non è cresciuto”.

Uno dei motivi della mancata crescita dei contratti è sicuramente legato all’aumento dei decessi legati al Covid, 505 in più in un anno solo nel comune di Pesaro e quasi 700 in più in provincia. “Non a caso sono aumentate specularmente le pratiche di successione – rileva la responsabile – Ma ci sono altre spiegazioni: c’era paura a tenere in casa una persona che non fosse della famiglia, mi riferisco soprattutto a bandati a ore e colf. Ma è accaduto anche il contrario, che i lavoratori non conviventi abbiano rinunciato al posto per la paura del contagio. Infine abbiamo avuto lavoratrici che erano in ferie nel loro paese d’origine, ma non sono riuscite a rientrare in Italia per la pandemia”.

Solo negli ultimi mesi dell’anno le cessazioni sono state compensate con le nuove assunzioni, che sono state 125 contro le 114 del 2019. La pandemia ha annullato anche l’effetto benefico della sanatoria per l’emersione dei rapporti di lavoro irregolare domestico e di assistenza alla persona: appena 80 le domande, e solo 25 si sono concluse positivamente.

In compenso, l’emergenza sanitaria ha fatto lavorare moltissimo i patronati: “Da marzo l’attività è cresciuta in modo esponenziale soprattutto grazie ai bonus: abbiamo formalizzato 432 bonus ristori, 997 bonus del decreto Cura-italia, 230 per il lavoro domestico, 702 per le baby sitter, 283bonus del decreto Rilancio, 70% dei erano relativi al turismo”. E nei primi venti giorni di gennaio si registra anche un aumento di pratiche Isee: “C’è una maggiore richiesta di prestazioni assistenziali che ci fa pensare che, all’aumentare dei bisogni, corrisponda anche un aumento della povertà”

di Simona Spagnoli
fonte: https://www.ilrestodelcarlino.it